Come scegliere il forno per il DTF

di | 19 Giugno 2024

Scopri l’importanza di fissare correttamente la colla sul film e ottenere un DTF professionale.

In questo articolo riceverai le nozioni necessarie a scegliere il forno per il DTF giusto per te. Scoprirai perché è importante fissare correttamente la colla e a quali conseguenze potresti andare incontro a non farlo.

Premetto che quest’articolo è per quelli che possiedono una stampante ibrida DTG/DTF o una stampante DTF che stampa a fogli singoli.

Di solito le soluzioni DTF che vengono proposte per la stampa dei film in bobina integrano già il forno e lo sbattitore di colla; pertanto, non è a queste macchine che mi riferisco, ma a chi in questo momento stampa il DTF a foglio singolo su una Brother, sulle Epson F2000/2100/2200/1000 o similari.

Ormai anche i più scettici hanno capito che il DTF rappresenta un’evoluzione epocale nel nostro settore, che ha rivoluzionato e sta rivoluzionando il modo di lavorare di tanti professionisti anche di quelli che inizialmente rifiutavano questa tecnologia, come sempre accade con tutte le novità, inizialmente ci sono sempre quelli che rifiutano le novità preferendo ciò che si conosce bene e che si è utilizzato dapprima.

È successo con i motori a scoppio, con i cellulari e con tutto ciò che ha cambiato il nostro modo di vivere anche in modo sostanziale.

Ma come sempre ci sono quelli che si distinguono per realizzare le cose in modo professionale da quelli che invece si arrangiano ottenendo dei risultati per loro accettabili ma che sono lontani da un risultato che possa garantire la soddisfazione dei clienti, e soprattutto che ponga loro stessi al riparo da eventuali contestazioni.

Infatti, mi capita molto spesso di vedere professionisti incapaci di realizzare stampe DTF con dettagli minuziosi, altri hanno il problema di far aderire perfettamente la stampa al tessuto e spesso le stampe si deteriorano già nei primi lavaggi.

Altri non ottengono una buona opacità delle stampe che restano trasparenti e lasciano trasparire il tessuto sottostante, poi ci sono quelli che non riescono a raggiungere una corretta corrispondenza cromatica ottenendo in stampa dei colori completamente diversi dal file originale.

Il DTF, quindi, è abbastanza complesso e nasconde tante insidie, per questo motivo ho voluto dedicare al DTF la terza parte del mio ultimo libro: “Vendere le T-shirt al prezzo giusto… Uno su mille ce la fa”. In questo articolo, pertanto, andrò a contemplare soltanto i problemi legati a una corretta fusione della colla sul film tralasciando tutti gli altri problemi per cui rimando al libro o ad altri eventuali articoli futuri sull’argomento.

Se stai leggendo quest’articolo certamente conoscerai la procedura per la realizzazione del DTF, se pensi di avere qualche lacuna ti rimando al video del canale YouTube di Professione Stampa dove presentai per primo in Italia, il DTF dal DTG nell’agosto del 2021: https://youtu.be/D0FOy3lxJS4?si=wwBDW0gz3xrA_W1b

Una delle cose fondamentali per ottenere un DTF di qualità è fissare correttamente la colla sul film, in gergo tecnico diciamo “caramellizzare la colla”, che significa levare la granulosità e la polverosità della colla facendola fondere e uniformare in modo ottimale, ottenendo una sensazione tattile liscia e passando con i polpastrelli sulla superficie non dovrai riuscire a rimuovere i granuli di colla in polvere.

Per fare questo bisogna primo di tutto essere consapevoli della temperatura di fusione della colla, ogni colla ha le sue specificità e i gradi di fusione possono oscillare anche di diverse decine di gradi da un tipo all’altro.

Quindi se non conosci la temperatura di fusione della tua colla richiedila al tuo fornitore e pretendi una scheda tecnica dove siano riportate le caratteristiche della colla, se su base poliuretanica, poliammidica, poliestere, ecc., la temperatura di fusione (quindi quella di caramelizzazione) e la temperatura di trasferimento, questi dati sono fondamentali per poter lavorare in modo preciso.

Non puoi pretendere di ottenere delle stampe professionali esenti da rogne se non conosci i dati tecnici dei materiali con cui lavori.

Dando per scontato che tu già conosca i dati tecnici della tua colla e che sappia distribuirla in modo uniforme sulle stampe, concentriamoci finalmente sul vero motivo di quest’articolo: ottenere una caramellizzazione professionale.

Per farlo è necessario disporre di un forno che ti consenta di ottenere una corretta distribuzione del calore su tutta l’area di lavoro, oltre questo la camera del forno dovrà garantire un buon isolamento dall’ambiente esterno, necessario perché il tempo e la temperatura impostati non siano variabili in funzione della temperatura ambiente.

Infatti, chi non possiede un forno dedicato e utilizza la termopressa per caramellizzare la colla se vuole ottenere un risultato costante deve necessariamente variare il tempo in base alla temperatura dell’ambiente esponendo il film al calore per più tempo nei periodi freddi rispetto a quelli estivi.

Se la colla non è caramellizzata correttamente verrà rilasciata dal supporto e la stampa non potrà essere trasferita sul tessuto o sarà trasferita in modo parziale.

Può succedere anche che la colla venga esposta a troppo calore, e anche questo sarà un problema, perché in questo caso la colla cristallizza e durante il trasferimento sul tessuto non si potrà fondere a esso, rendendo impossibile il corretto trasferimento.

Come vedi ci sono diverse insidie che magari ignoravi e che devi sapere se vuoi ottenere il massimo e lavorare in modo professionale.

Lo so che hai fretta di arrivare al dunque e conoscere quale possa essere il forno che consiglio, ma prima consentimi una piccola premessa.

Se già mi segui da un po’ sai bene quanto tempo dedico a testare materiali e attrezzature prima di consigliarli. Questo perché voglio essere certo di consigliare le cose giuste alle aziende che si affidano al mio supporto così da dare loro un vantaggio competitivo reale.

Anche con i forni ho dedicato molto tempo per individuare un forno affidabile che potessi consigliare.

Nella mia ricerca ho notato fin da subito che la totalità dei forni per il DTF in commercio proveniva dai paesi asiatici.

Così ho provveduto a importare dai principali produttori un forno da poter testare e qui sono iniziate le prime sorprese.

Ho scoperto che sono rari quelli dotati di una certificazione di conformità CE (reale) e quindi commercializzabili in Europa nel rispetto delle nostre normative, oltretutto l’etichetta spesso riporta un CE con le lettere distanziate che potrebbe trarre in inganno ed essere confusa per la certificazione europea e invece significa China Export.

Etichette forno DTF Cinese e Italiano a confronto

A sinistra l’etichetta di un Forno DTF Cinese con CE distanziato che significa China Export a destra l’etichetta del forno DTF Made in Italy con conformità CE (reale)

Il certificato di conformità non è stata l’unica sorpresa, la cosa peggiore è che tutti i forni già a prima vista appaiono come molto scadenti e leggeri (di solito pesano circa 10 kg), con lamiere molto sottili inadeguate per sostenere alte temperature, oltre questo non possono garantire una giusta uniformità di temperatura, perché dotati di una sola o al massimo 2 lampade IR che sparano calore a tutta potenza, infatti tutti i forni sono dotati di un’apertura nella parte superiore che il produttore si raccomanda di aprire per evitare che il fornetto esploda. Capirai bene che un forno così concepito non è adatto per un uso intensivo.

interno forno Made in China

Interno di un forno made in China dove si possono vedere le 2 lampade IR posizionate ai lati e ben distanziate, al centro è visibile il foro apribile per evitare esplosioni durante la lavorazione

Per quanto scritto sopra, i forni d’importazione non hanno durata lunga, oltretutto la camera riscaldante non è ben isolata termicamente e durante il funzionamento provoca un riscaldamento a tutte la parti del forno compreso quelle elettriche, che a temperature elevate inevitabilmente fondono generando corti circuiti e smettendo di funzionare.

Tipico forno DTF made in China

Esempio di un tipico forno DTF made in China

Davanti a queste problematiche sono rimasto sconcertato, la necessità era quella di poter consigliare un forno per la produzione del DTF affidabile e concepito per un utilizzo intenso.

Per fortuna nella mia ricerca trovai un produttore italiano, eccellenza nella produzione dei forni con un esperienza decennale, quindi nessuno meglio di lui poteva realizzare il mio progetto, oltretutto parlando la stessa lingua che ti assicuro è sempre meglio.

Ho esposto il mio progetto e le mie esigenze specifiche, ed è nato così il primo prototipo del forno “DTF Express” che presentai nel mio seminario DTG/DTF trasmesso anche in streaming a settembre del 2023.

Forno DTF Express

Forno DTF Express – Made in Italy

Da allora il forno DTF Express, grazie ai feedback degli utilizzatori è stato man mano perfezionato e oggi è completamente digitale con un controllo preciso sia del tempo sia della temperatura.

L’omogeneità della temperatura è garantita da una serpentina di resistenze che percorre interamente tutta la superficie dell’area di lavoro.

Interno forno DTF Express

Interno del forno DTF Express – In evidenza le resistenze riscaldanti che percorrono l’intera area di lavoro garantendo l’uniformità di temperatura

La camera riscaldante è perfettamente isolata termicamente e durante la lavorazione del DTF la superficie esterna resta fredda o leggermente tiepida.

Il forno è stato pensato per essere incassato sotto la stampante o sotto la pressa così da ottimizzare gli spazi.

Il consumo energetico nonostante l’area di lavoro di cm 50×60 è stato contenuto in soli 2 kw, non costanti; infatti, le resistenze si spengono al raggiungimento della temperatura impostata consentendo un risparmio energetico.

Il vetro presente nello sportello di apertura consente d’ispezionare il film e la corretta caramellizzazione della colla durante la lavorazione e grazie anche all’ausilio di una luce interna, azionabile con interrutore separato, è possibile capire se tutto sta andando per il meglio ed evitare sorprese così come spesso capita con i forni d’importazione, dove estraendo il vassoio si scopre magari che la colla è stata bruciata per il troppo calore o che la colla si è fusa solo nella zona vicina alle lampade e nel resto no.

Perché mi sono sbattuto per riuscire a ottenere il forno DTF Express?

Non certo perché volessi fare il venditore di forni come molti maligni potrebbero pensare, il fatturato a sei zeri di 3Esse Store (lo strumento attraverso il quale vengono distribuiti i prodotti che consiglio) non è certo influenzato dalla vendita di qualche forno in più o in meno.

L’obbiettivo era invece quello di poter dare un vantaggio competitivo alle aziende che si affidano al mio supporto che oggi possono contare su un forno di produzione Italiana, l’unico concepito per lavorare in modo intenso e ad altissime temperature senza nessun problema.

Con l’utilizzo che se ne fa per il DTF il forno DTF Express viene sfruttato soltanto al 30% della sua potenzialità, quindi capisci bene che questo è il motivo per cui anche se lo tieni acceso 24h non andresti incontro a nessun malfunzionamento.

Oltre questo penso di aver colmato una lacuna del nostro mercato Nazionale, perché mentre scrivo quest’articolo non mi risultano esserci in commercio altri forni italiani dedicati e pensati in modo specifico per il DTF.

Già a colpo d’occhio confrontando il forno DTF Express con i forni d’importazione si nota la differenza dimensionale, il forno DTF Express prodotto in Italia ha un peso di 40 kg, contro i 10/12 kg che di solito è il peso dei forni d’importazione, questo perché le lamiere hanno uno spessore ben diverso e i forni sono strutturati in modo completamente differente.

Poi io sono anche abbastanza campanilista e non vedo perché dobbiamo andare a comprare i prodotti in Cina se in Italia abbiamo delle eccellenze che esportano i prodotti in tutto il mondo, e che talvolta magari sono proprio quelli da cui i Cinesi hanno copiato i loro prodotti realizzando quasi sempre le brutte copie.

A questo punto penso di aver soddisfatto la promessa del titolo e che tu ormai abbia capito come scegliere il forno per il DTF, e di come sia fondamentale fissare correttamente la colla sul film per ottenere un DTF professionale.

Ti ringrazio per essere arrivato fino a questo punto della lettura che giunge al termine, ma prima di lasciarti ti voglio indicare il link a un video del canale YouTube di Professione Stampa dove potrai vedere il forno DTF Express che ho consigliato in questo articolo: https://youtu.be/SWPo5SLjkVk

Alla prossima
Ilario Serci

P.S.: se fossi interessato ad avere il forno DTF Express lo puoi trovare in vendita a questo link https://www.3essestore.it/prodotto/soluzioni-per-la-stampa-dtf/forno-dtf-express/FornoDTF

2 pensieri su “Come scegliere il forno per il DTF

  1. Bruno

    Possessore del primo forno prodotto. Sono assolutamente soddisfatto della resa e del tempo risparmiato usando questo fantastico prodotto solido, Made in Italy, e soprattutto certificato.
    Veramente il top a chiusala di una dotazione di prim’ordine sviluppata su indicazioni del nostro mitico Ilario Serci. Consulente, Fornitore e uomo di massima esperienza e fiducia!!
    Grazie di tutto.

    Rispondi
    1. Ilario Autore articolo

      Grazie per il commento Bruno e soprattutto per le belle parole.
      Buon Lavoro!

      Rispondi

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